“...In base alla vigente legislazione universale potranno acquistare l'indulgenza plenaria, alle consuete condizioni, i fedeli che visiteranno il Santuario in occasione della festa liturgica del
Cuore Immacolato di Maria SS. o nel giorno della dedicazione della chiesa (oppure una volta l'anno in un giorno scelto dal singolo fedele), oppure che prenderanno parte a un pellegrinaggio
collettivo. ...”
(dallo statuto approvato del santuario Art. 5)
1471 La dottrina e la pratica delle indulgenze nella Chiesa sono strettamente legate agli effetti del sacramento della Penitenza.
Che cos'è l'indulgenza?
« L'indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista
per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi
».79
« L'indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati ».80 « Ogni fedele può acquisire le indulgenze
[...] per se stesso o applicarle ai defunti ».81
Le pene del peccato
1472 Per comprendere questa dottrina e questa pratica della Chiesa bisogna tener presente che il peccato ha una duplice conseguenza. Il peccato grave ci priva della
comunione con Dio e perciò ci rende incapaci di conseguire la vita eterna, la cui privazione è chiamata la « pena eterna » del peccato. D'altra parte, ogni peccato, anche veniale, provoca un
attaccamento malsano alle creature, che ha bisogno di purificazione, sia quaggiù, sia dopo la morte, nello stato chiamato purgatorio. Tale purificazione libera dalla cosiddetta « pena temporale »
del peccato. Queste due pene non devono essere concepite come una specie di vendetta, che Dio infligge dall'esterno, bensì come derivanti dalla natura stessa del peccato. Una conversione, che
procede da una fervente carità, può arrivare alla totale purificazione del peccatore, così che non sussista più alcuna pena.82
1473 Il perdono del peccato e la restaurazione della comunione con Dio comportano la remissione delle pene eterne del peccato. Rimangono, tuttavia, le pene temporali del
peccato. Il cristiano deve sforzarsi, sopportando pazientemente le sofferenze e le prove di ogni genere e, venuto il giorno, affrontando serenamente la morte, di accettare come una grazia queste
pene temporali del peccato; deve impegnarsi, attraverso le opere di misericordia e di carità, come pure mediante la preghiera e le varie pratiche di penitenza, a spogliarsi completamente dell'«
uomo vecchio » e a rivestire « l'uomo nuovo ».83
Nella comunione dei santi
1474 Il cristiano che si sforza di purificarsi del suo peccato e di santificarsi con l'aiuto della grazia di Dio, non si trova solo. « La vita dei singoli figli di Dio in
Cristo e per mezzo di Cristo viene congiunta con legame meraviglioso alla vita di tutti gli altri fratelli cristiani nella soprannaturale unità del corpo mistico di Cristo, fin quasi a formare
una sola mistica persona ».84
1475 Nella comunione dei santi « tra i fedeli, che già hanno raggiunto la patria celeste o che stanno espiando le loro colpe nel purgatorio, o che ancora sono pellegrini
sulla terra, esiste certamente un vincolo perenne di carità ed un abbondante scambio di tutti i beni ».85 In questo ammirabile scambio, la santità dell'uno giova
agli altri, ben al di là del danno che il peccato dell'uno ha potuto causare agli altri. In tal modo, il ricorso alla comunione dei santi permette al peccatore contrito di essere in più breve
tempo e più efficacemente purificato dalle pene del peccato.
1476 Questi beni spirituali della comunione dei santi sono anche chiamati il tesoro della Chiesa, che non « si deve considerare come la somma di beni materiali,
accumulati nel corso dei secoli, ma come l'infinito ed inesauribile valore che le espiazioni e i meriti di Cristo hanno presso il Padre, offerti perché tutta l'umanità sia liberata dal peccato e
pervenga alla comunione con il Padre; è lo stesso Cristo Redentore, in cui sono e vivono le soddisfazioni ed i meriti della sua redenzione ».86
1477 « Appartiene inoltre a questo tesoro il valore veramente immenso, incommensurabile e sempre nuovo che presso Dio hanno le preghiere e le buone opere della beata Vergine
Maria e di tutti i santi, i quali, seguendo le orme di Cristo Signore per grazia sua, hanno santificato la loro vita e condotto a compimento la missione affidata loro dal Padre; in tal modo,
realizzando la loro salvezza, hanno anche cooperato alla salvezza dei propri fratelli nell'unità del corpo mistico ».87
Ottenere l'indulgenza di Dio mediante la Chiesa
1478 L'indulgenza si ottiene mediante la Chiesa che, in virtù del potere di legare e di sciogliere accordatole da Gesù Cristo, interviene a favore di un cristiano e gli
dischiude il tesoro dei meriti di Cristo e dei santi perché ottenga dal Padre delle misericordie la remissione delle pene temporali dovute per i suoi peccati. Così la Chiesa non vuole soltanto
venire in aiuto a questo cristiano, ma anche spingerlo a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità.88
1479 Poiché i fedeli defunti in via di purificazione sono anch'essi membri della medesima comunione dei santi, noi possiamo aiutarli, tra l'altro, ottenendo per loro
indulgenze, in modo tale che siano sgravati dalle pene temporali dovute per i loro peccati.
Note:
(79) Paolo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, Normae, 1: AAS 59 (1967) 21.
(80) Paolo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, Normae, 2: AAS 59 (1967) 21.
(81) CIC canone 994.
(82) Cf Concilio di Trento, Sess. 14a, Canones de sacramento Paenitentiae, canoni 12-13: DS 1712-1713; Id., Sess. 25a, Decretum de purgatorio: DS
1820.
(83) Cf Ef 4,24.
(84) Paolo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, 5: AAS 59 (1967) 11.
(85) Paolo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, 5: AAS 59 (1967) 12.
(86) Paolo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, 5: AAS 59 (1967) 11.
(87) Paolo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, 5: AAS 59 (1967) 11-12.
(88) Cf Paolo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, 8: AAS 59 (1967) 16-17; Concilio di Trento, Sess. 25a, Decretum de indulgentiis: DS 1835.
* Dal catechismo della Chiesa Cattolica
L’indulgenza plenaria si può ottenere per se o per un defunto nel santuario in questi giorni:
la festa liturgica del Cuore Immacolato di Maria SS. (data variabile che si celebra il sabato successivo alla solennità del sacratissimo Cuore di Gesù, il venerdì della terza settimana dopo
Pentecoste)
nel giorno dell'anniversario della dedicazione della chiesa, avvenuta il 29 maggio 1993.
un giorno all'anno stabilito dal fedele.
al termine di un pellegrinaggio collettivo.
il 2 novembre una indulgenza plenaria (da applicarsi soltanto ai defunti).
Negli altri giorni dell'anno stabiliti dal Diritto della Chiesa.
Vengono di seguito descritte le condizioni necessarie per lucrare l’Indulgenza e le corrispondenti disposizioni con cui il fedele dovrà chiederla al Padre delle misericordie. Per ottenere le Indulgenze, sia plenarie che parziali, occorre che il fedele sia in stato di grazia.
NB: È conveniente, ma non è necessario che la Confessione sacramentale, e specialmente la Santa Comunione e la preghiera per le intenzioni del Papa si facciano nello stesso giorno in cui si
compie l'opera indulgenziata (la Visita al Santuario); ma è sufficiente che questi Sacri riti e preghiere si compiano entro alcuni giorni prima o dopo l'atto indulgenziato.
(Cfr : “Il dono dell'indulgenza”, penitenzeria apostolica, 29 gennaio 2000)
Rettore del Santuario:
don Giorgio De Santis (Sacerdote diocesano della fraternità sacerdotale dell'Associazione Betania)