L'Evento

Con grande gioia dei gruppi di preghiera e formazione del Movimento Mariano Betania Ecclesiale diffusi in tutt'Italia e all'estero, il 6 gennaio 2016 giorno dell'Epifania del Signore Gesù, alle ore 16,30 il Vescovo di Palestrina, Mons. Domenico Sigalini, con una solenne cerimonia ha elevato la chiesa del Centro del Movimento - già precedentemente consacrata dai tre vescovi precedenti - alla dignità di Santuario dedicato al Cuore Immacolato di Maria.
Come è accaduto diverse volte nella storia del Movimento, le coincidenze lasciano intravedere un disegno del Cielo. Infatti il Decreto di erezione del Santuario al Cuore Immacolato di Maria è stato firmato il giorno dell’Immacolata Concezione! E la cerimonia è stata fissata per il 6 gennaio 2016, giorno dell’Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo.
Come l’Epifania nella storia della salvezza, costituisce il momento con il quale la nascita di Gesù è stata fatta conoscere a tutto il mondo, così l’elevazione a Santuario di questa chiesa, è un grande aiuto da parte della santa Chiesa per far conoscere i messaggi: i richiami d'amore che il Cielo ha dato per la Chiesa e per il mondo intero tramite l’umile persona di Gianna Gelfusa.
Infatti mentre viene riconosciuta un agire particolare di Dio in questo luogo, siamo incoraggiati a far conoscere la bellezza del carisma.
Numerosi membri del gruppi e i fedeli hanno partecipato a questo bell’evento che rappresenta una tappa miliare nella storia del Movimento. D’ora in poi, chi verrà ad attingere alla spiritualità di Betania presso il Centro, potrà dire di andare in pellegrinaggio in un Santuario nel quale è anche possibile ottenere dalla santa Chiesa l’indulgenza plenaria. (Silvio L.)


Il significato di: "Santuario"

L' Enciclopedia Treccani così definisce il Santuario: Luogo che ha acquistato carattere sacro per la manifestazione o la presenza in esso della divinità, o perché connesso a eventi e fenomeni considerati soprannaturali. Andiamo allora nella Bibbia, agli albori della manifestazione di Dio: Il patriarca Giacobbe ebbe una rivelazione con la quale il Dio di Abramo e di Isacco, suo padre, si manifestò a lui. Vide una scala che poggiava sulla terra e la sua cima raggiungeva il cielo (Gn 28,12), sulla quale salivano e scendevano gli angeli. Con questa visione Dio rinnovò con lui la promessa della terra e la benedizione per la discendenza. Dopo questa manifestazione straordinaria Giacobbe eresse una pietra, la unse con olio e diede a quel luogo il nome di Betel. Sono gesti che indicano la consacrazione di quel luogo chiamato Bet-El, che significa Casa di Dio. Questo episodio è emblematico per comprendere cosa è un santuario: un luogo dove Dio si è manifestato in modo particolare e per questo viene eretto un altare e con solenni preghiere e unzione crismale il luogo è consacrato per ricordare a chi lo visita le grandi opere di Dio, che rivelandosi, si è fatto conoscere come il Dio-con-noi (cf Is 7,14).
È bello che il santuario sia associato spesso nella Bibbia al termine Casa / Dimora (Cf Ap 21,3): questo ci rimanda al linguaggio familiare dei Richiami d’amore dove la Mamma Celeste fin dall’inizio ha chiesto una casa tutta per Lei, una casa di preghiera, una casa dove poter accogliere i suoi figli che vengono a cercarla! (Cf Maria SS., 21-01-1969; 17-12-1969, vol. 2 n.13 e n.65). Il dono del santuario, che ci viene dalla paternità della Santa Chiesa, mentre riconosce le grazie straordinarie concesse finora dalla Santa Trinità, ci aiuti a vivere la disponibilità sull’esempio di Gianna, ai desideri della Madre di Dio e nostra. “Beato chi abita la tua casa, sempre canta le tue lodi!” (Sal 83,5). (don Fabrizio)


Il Santuario Betania

“...Ogni Santuario è costituito, innanzitutto, da una realtà vissuta dal popolo di Dio, in cui concorrono la dimensione soprannaturale e una dimensione umana. Se è vero, infatti, che ogni Santuario è eretto mediante un regolare decreto, è ancor più vero che l'iniziativa originaria non appartiene all'uomo, bensì a Dio stesso.
San Giovanni della Croce afferma in proposito che è il Signore stesso a scegliere dei luoghi particolari in cui lascia una impronta specialissima della sua presenza, luoghi che richiamano in modo del tutto particolare il bisogno che l'uomo ha del divino e quasi, ad un tempo, il bisogno che Dio ha di fare irrompere fra gli uomini i torrenti impetuosi della grazia e del suo amore misericordioso.
Questo si realizza in modo particolare anche per la Chiesa dedicata al Cuore Immacolato di Maria in Zagarolo. Per un disegno d'amore di Dio Padre, infatti, Maria Santissima, Madre di Dio e nostra, ha ispirato un'Opera, fondandola sul cuore disponibile di una madre di famiglia, Maria Giovanna (Gianna) Gelfusa (1914-2003), priva d'istruzione, ma privilegiata da un carisma soprannaturale.
Tale carisma la rendeva strumento profetico per trasmettere messaggi celesti che sono richiami d'amore di Gesù e Maria agli uomini d'oggi, per vivere da figli di Dio per mezzo di una filiale devozione mariana.
La generosa risposta a Dio di Gianna ha dato vita a un movimento di spiritualità chiamato Movimento Mariano Betania, costituito da numerosi gruppi di preghiera e di formazione, radunati prevalentemente nelle famiglie, per pregare e praticare il Vangelo seguendo la spiritualità dei Messaggi…”. (dal decreto di erezione del Vescovo diocesano)


l valore dei santuari e del pellegrinaggio

Il Magistero ed il papa, anche ultimamente, hanno espresso il valore dei Santuari e del pellegrinaggio in questi luoghi “privilegiati”.
Riportiamo di seguito alcune loro espressioni e più sotto degli estratti brevi di alcuni loro documenti ufficiali e discorsi.
– (i Santuari) luoghi dell'essenziale, luoghi, dove si va per ottenere «la grazia», prima ancora che «le grazie»
– Il Popolo di Dio», trova nel Santuario un luogo privilegiato…
– Qui sperimentano in modo profondo la vicinanza di Dio, la tenerezza della Vergine Maria e la compagnia dei Santi…
– I Santuari, nella varietà delle loro forme, esprimono un’opportunità insostituibile per l’evangelizzazione nel nostro tempo.
– i Santuari possono essere un vero rifugio per riscoprire sé stessi e ritrovare la necessaria forza per la propria conversione.

– i Santuari, per i pellegrini che sono alla ricerca delle loro vive sorgenti, sono luoghi eccezionali per vivere "come Chiesa" le forme della preghiera cristiana.
– È importante che il pellegrino che varca la soglia del santuario si senta trattato più che come un ospite, come un familiare. Deve sentirsi a casa sua, atteso, amato e guardato con occhi di misericordia.

 

Catechismo della Chiesa Cattolica

2691. La chiesa, casa di Dio, è il luogo proprio della preghiera liturgica per la comunità parrocchiale. E' anche il luogo privilegiato dell'adorazione della presenza reale di Cristo nel Santissimo Sacramento. La scelta di un luogo adatto non è indifferente alla verità della preghiera:
[…]
- i pellegrinaggi evocano il nostro cammino sulla terra verso il cielo. Sono tradizionalmente tempi forti di rinnovamento della preghiera. I santuari, per i pellegrini che sono alla ricerca delle loro vive sorgenti, sono luoghi eccezionali per vivere "come Chiesa" le forme della preghiera cristiana.

Dalla lettera di S. Giovanni Paolo II per il VII centenario
del Santuario della Santa Casa di Loreto
data il 15 agosto 1993


[...]
7. - Ciò che abbiamo detto ci aiuta a vedere più chiaramente quale potrebbe essere la funzione dei grandi Santuari, particolarmente quello di Loreto, nel nuovo contesto religioso di oggi: non luoghi del marginale e dell'accessorio ma, al contrario, luoghi dell'essenziale, luoghi, dove si va per ottenere «la grazia», prima ancora che «le grazie». Oggi è necessario, per rispondere alle nuove sfide della secolarizzazione, che i Santuari siano luoghi di evangelizzazione, vere e proprie cittadelle della fede, nel senso globale che questa parola aveva sulla bocca di Gesù quando diceva: «Convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1, 15)

[…]
8. - Ho detto che i Santuari devono essere sempre più luoghi dell'essenziale, in cui si fa esperienza dell'assoluto di Dio. Ma non per questo in essi saranno dimenticati i problemi quotidiani della vita.

[...]
9. - Faccio voti affinché il glorioso Santuario della Santa Casa, che ha avuto una parte così attiva nella vita del popolo cristiano per quasi tutto il corso del secondo millennio che sta per concludersi, possa averne una altrettanto significativa nel corso del terzo millennio che è alle porte, continuando ad essere, come per il passato, uno dei pulpiti mariani più alti della cristianità.

AGLI OPERATORI DI PELLEGRINAGGI E RETTORI DI SANTUARI   
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO -  21 gennaio 2016

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!           
Accolgo cordialmente tutti voi, operatori dei pellegrinaggi ai santuari. Andare pellegrini ai santuari è una delle espressioni più eloquenti della fede del popolo di Dio...
È per questo che la parola-chiave che desidero sottolineare oggi insieme con voi è accoglienza: accogliere i pellegrini. Con l’accoglienza, per così dire, “ci giochiamo tutto”. Un’accoglienza affettuosa, festosa, cordiale, e paziente….
Il pellegrino che arriva al santuario è spesso stanco, affamato, assetato… E tante volte questa condizione fisica rispecchia anche quella interiore. Perciò, questa persona ha bisogno di essere accolta bene sia sul piano materiale sia su quello spirituale. È importante che il pellegrino che varca la soglia del santuario si senta trattato più che come un ospite, come un familiare. Deve sentirsi a casa sua, atteso, amato e guardato con occhi di misericordia. Chiunque sia, giovane o anziano, ricco o povero, malato e tribolato oppure turista curioso, possa trovare l’accoglienza dovuta, perché in ognuno c’è un cuore che cerca Dio, a volte senza rendersene pienamente conto. Facciamo in modo che ogni pellegrino abbia la gioia di sentirsi finalmente compreso e amato. In questo modo, tornando a casa proverà nostalgia per quanto ha sperimentato e avrà il desiderio di ritornare, ma soprattutto vorrà continuare il cammino di fede nella sua vita ordinaria.

Dalla lettera Apostolica di papa Francesco (si riporta un estratto)


“Sanctuarium in Ecclesia”

1. Il Santuario possiede nella Chiesa una «grande valenza simbolica»[1] e farsi pellegrini è una genuina professione di fede. Attraverso la contemplazione dell’immagine sacra, infatti, si attesta la speranza di sentire più forte la vicinanza di Dio che apre il cuore alla fiducia di essere ascoltati ed esauditi nei desideri più profondi.[2] La pietà popolare, che è una «autentica espressione dell’azione missionaria spontanea del Popolo di Dio»,[3] trova nel Santuario un luogo privilegiato dove poter esprimere la bella tradizione di preghiera, di devozione e di affidamento alla misericordia di Dio inculturati nella vita di ogni popolo.

 

Fin dai primi secoli, infatti, si pensò al pellegrinaggio anzitutto verso i luoghi dove Gesù Cristo aveva vissuto […].


2. I Santuari permangono fino ai nostri giorni in ogni parte del mondo come segno peculiare della fede semplice e umile dei credenti, che trovano in questi luoghi sacri la dimensione basilare della loro esistenza credente. Qui sperimentano in modo profondo la vicinanza di Dio, la tenerezza della Vergine Maria e la compagnia dei Santi: un’esperienza di vera spiritualità che non può essere svalutata, pena il mortificare l’azione dello Spirito Santo e la vita di grazia. Molti Santuari sono stati a tal punto percepiti come parte della vita delle persone, delle famiglie e delle comunità da aver plasmato l’identità di intere generazioni, fino ad incidere sulla storia di alcune nazioni.

 

Il grande afflusso di pellegrini, la preghiera umile e semplice del popolo di Dio alternata alle celebrazioni liturgiche, il compiersi di tante grazie che molti credenti attestano di aver ricevuto e la bellezza naturale di questi luoghi permettono di verificare come i Santuari, nella varietà delle loro forme, esprimono un’opportunità insostituibile per l’evangelizzazione nel nostro tempo.

 

3. Questi luoghi, nonostante la crisi di fede che investe il mondo contemporaneo, vengono ancora percepiti come spazi sacri verso cui andare pellegrini per trovare un momento di sosta, di silenzio e di contemplazione nella vita spesso frenetica dei nostri giorni. Un desiderio nascosto fa sorgere in molti la nostalgia di Dio; e i Santuari possono essere un vero rifugio per riscoprire sé stessi e ritrovare la necessaria forza per la propria conversione. Nel Santuario, infine, i fedeli possono ricevere un sostegno per il loro cammino ordinario nella parrocchia e nella comunità cristiana. Questa osmosi tra il pellegrinaggio al Santuario e la vita di tutti i giorni è un valido aiuto per la pastorale, perché le consente di ravvivare l’impegno di evangelizzazione mediante una testimonianza più convinta. Pertanto, camminare verso il Santuario e partecipare alla spiritualità che questi luoghi esprimono sono già un atto di evangelizzazione, che merita di essere valorizzato per il suo intenso valore pastorale.[5]


4. Per sua stessa natura, dunque, il Santuario è un luogo sacro dove la proclamazione della Parola di Dio, la celebrazione dei Sacramenti, in particolare della Riconciliazione e dell’Eucaristia, e la testimonianza della carità esprimono il grande impegno della Chiesa per l’evangelizzazione [...].


Attraverso la spiritualità propria di ogni Santuario, i pellegrini sono condotti con la “pedagogia di evangelizzazione” [6] ad un impegno sempre più responsabile sia nella loro formazione cristiana, sia nella necessaria testimonianza di carità che ne scaturisce. Il Santuario, inoltre, contribuisce non poco all’impegno catechetico della comunità cristiana;[7] trasmettendo, infatti, in modo coerente ai tempi il messaggio che ha dato inizio alla sua fondazione, arricchisce la vita dei credenti, offrendo loro le ragioni per un impegno nella fede (cfr 1 Ts 1,3) più maturo e consapevole. Nel Santuario, infine, si spalancano le porte ai malati, alle persone disabili e, soprattutto, ai poveri, agli emarginati, ai rifugiati e migranti.


5. Alla luce di queste considerazioni risulta chiaro che i Santuari sono chiamati a svolgere un ruolo nella nuova evangelizzazione della società di oggi e che la Chiesa è chiamata a valorizzare pastoralmente le mozioni del cuore che si esprimono attraverso le peregrinazioni ai Santuari e ai luoghi di devozione.


Perciò, volendo favorire lo sviluppo della pastorale che viene svolta nei Santuari della Chiesa, ho deciso di trasferire al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione le competenze che, in virtù dell’art. 97, 1° della Cost. ap. Pastor Bonus, erano finora attribuite alla Congregazione per il Clero […].


Dato nella Città del Vaticano l’11 febbraio 2017,
Memoria liturgica di Nostra Signora di Lourdes, anno IV di Pontificato.


Papa FRANCESCO